Incentivi fiscali per gli investimenti in startup innovative

Pubblicato in Gazzetta il decreto sugli incentivi fiscali per gli investimenti in startup innovative

Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (GU n.84 del 11-4-2016) del Decreto 25 febbraio 2016 viene data concreta attuazione al pacchetto di misure studiate dal Governo per la crescita del Paese attraverso lo stimolo d’investimenti in imprese vocate all’innovazione.

La rilevanza del Decreto è data principalmente dal fatto che con esso si recepiscono le modifiche, apportate alla disciplina delle startup innovative, succedutesi fino alla data della sua emanazione. Tra queste vale la pena rammentare quelle che hanno allentato le maglie restrittive delle disposizioni originarie, ad esempio, estendendo al periodo d’imposta 2016 la durata degli incentivi fiscali (DL n. 76/2013); ampliando i requisiti richiesti affinché l’impresa possa qualificarsi start-up innovativa e, cioè, essere fiscalmente residente in Italia, o in  UE  o nel SEE, purché  abbia  una  sede produttiva o una filiale in Italia (DL n. 3/2015); incrementando, a 60 mesi  dalla  data  di  costituzione, l’arco temporale richiesto entro il quale una società è considerata start-up innovativa (DL n. 3/2015). Il Decreto recepisce, inoltre, orientamenti e raccomandazioni comunitarie sulle misure agevolative a micro, piccole e medie imprese.

Le misure agevolative si rivolgono sia alle persone fisiche sia alle società che intendono investire in startup innovative.

Per le persone fisiche che investono fino a 500mila euro in start up innovative è prevista una detrazione ai fini IRPEF del 19% di tale investimento e, nei casi in cui la detrazione ecceda l’imposta lorda, tale eccedenza potrà essere detratta dall’IRPEF dovuta nei periodi di imposta successivi ma non oltre il terzo e nel limite del suo ammontare.

Per le società che investono, invece, è prevista la possibilità di dedurre dal proprio reddito complessivo ai fini IRES il 20% degli investimenti rilevanti effettuati, per un importo non superiore a 1,8 milioni. Le percentuali salgono rispettivamente al 25% se si investe in una start up a vocazione sociale e al 27% nel caso di aziende che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico. Le agevolazioni spettano fino a un ammontare complessivo dei conferimenti non superiore a 15 milioni per ciascuna start up innovativa.

Il Decreto è disponibile al seguente LINK.

© 2016 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Attrarre investimenti nel settore turistico

Attrarre investimenti nel settore turistico

Il 5 aprile 2016 si è tenuta a Bruxelles l’High–level Conference – Attracting Investment in Tourism organizzata dalla Commissione europea con l’obiettivo di dibattere sull’evoluzione del settore del turismo in Europa. La sessione mattutina della conferenza si è focalizzata sulle modalità ritenute opportune per attrarre investimenti e massimizzare l’uso di fondi europei al fine di migliorare la competitività del settore, mentre la sessione pomeridiana è stata dedicata al miglioramento delle competenze e agli investimenti nel capitale umano.

La conferenza è stata aperta dalla Commissaria per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI (DG GROW) Elżbieta Bieńkowska che ha sottolineato l’importanza del turismo per la crescita economica dell’Unione e per l’occupazione, in particolare quella giovanile, e ha riconosciuto la necessità di investire in nuovi servizi creativi legati al turismo e nel miglioramento delle competenze degli addetti del settore turistico. La Commissaria ha infine ribadito la necessità di una cooperazione ancora più profonda sia a livello istituzionale che tra l’industria e il mondo dell’educazione, una necessità largamente condivisa anche dagli altri relatori intervenuti successivamente.

Micheael Cramer, membro del Parlamento europeo e presidente della Commissione parlamentare sui trasporti e il turismo, ha posto l’attenzione sul fatto che, sebbene l’Europa sia ancora oggi la prima destinazione turistica al mondo, tale primato è sempre più in bilico. Per tale motivo bisogna investire seriamente nel settore per migliorare l’esperienza dei turisti, ma bisogna farlo con molta attenzione e valutando i potenziali effetti negativi delle misure considerate. Secondo Cramer è necessario continuare ad investire in questo settore che conta già oggi più posti di lavoro che l’industria chimica o altre industrie tradizionali e bisogna farlo concentrandosi sia su progetti regionali che su progetti locali dalle ricadute economiche molto importanti.

Nel primo panel di discussione della conferenza, si è dibattuto sul come usare i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (ESIF) per far crescere il turismo. I diversi relatori intervenuti hanno sottolineato l’utilità dei partenariati pubblico–privati e la necessità di utilizzarli più frequentemente, e fatto notare come sia possibile utilizzare i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo (FSE) e il programma “Erasmus +” per migliorare la formazione degli addetti del settore e favorire la mobilità, soprattutto attraverso i tirocini, così da colmare la distanza tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro ed essere pronti alle necessità future con un nuovo set di competenze adatto al mondo digitale in cui viviamo.

Il ministro del turismo di Malta,  Edward Zammit Lewis, ha invitato a riflettere sulla necessità di mitigare le fluttuazioni stagionali per offrire posti di lavoro più stabili e di rafforzare la competitività delle piccole e micro-imprese turistiche che in molti Stati costituiscono la spina dorsale del settore. Il ministro ha concluso il suo intervento annunciando che durante il suo semestre di presidenza del Consiglio dell’UE, nel 2017, Malta si concentrerà in particolare sullo sviluppo del settore turistico. La ministra bulgara del turismo,  Nikolina Angelkova, prendendo come esempio la cooperazione per la promozione della regione del Danubio, ha sottolineato l’importanza della collaborazione in questo settore. Dorina Bianchi, Sottosegretario di Stato italiano ai Beni e alle attività culturali e al turismo, illustrando il caso italiano, ha spiegato come, oltre ai 420 milioni di euro in fondi erogati nel settore della cultura, le autorità italiane abbiano adottato altre misure come il tax credit per l’adozione di nuove tecnologie o l’efficientamento energetico che possono aiutare a far crescere la competitività del settore turistico.

Il secondo panel, dedicato a come aumentare gli investimenti e migliorare il contesto imprenditoriale al fine di accrescere la competitività del settore turistico, è stato caratterizzato da interventi eterogenei in cui i diversi relatori hanno però concordato sulla necessità di concentrarsi sul futuro, sulle nuove tecnologie e la sostenibilità. Isabella De Monte, membro del Parlamento europeo e della Commissione parlamentare sui trasporti e il turismo, ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie, il potere di internet e la necessità di saper far sognare i turisti attraverso uno storytelling in grado di promuovere adeguatamente la destinazione Europa nel nuovo millennio. La stessa ha rimarcato come si debba puntare al turismo creativo intercettando le nuove tendenze e i nuovi turisti senza dimenticarsi degli imprenditori del settore. Giorgio Chiarion Casoni della Direzione Generale affari economici e finanziari (DG ECFIN) ha messo in evidenza come la Commissione sostiene il turismo, ad esempio attraverso investimenti diretti in grandi progetti solitamente legati alla costruzione di infrastrutture come strade e aeroporti, ma anche tramite fondi indiretti per progetti più piccoli, come quelli per l’efficientamento energetico. Casoni ha informato anche della creazione di un Advisory Hub, in collaborazione con la Banca Europea degli Investimenti (BEI), per agevolare l’accesso ai finanziamenti e aiutare lo sviluppo dei progetti in tale settore. Susanne Kraus-Winkler, Presidente del Comitato Esecutivo dell’associazione HOTREC, ha avvertito del rischio che con l’implementazione di Basilea IV diventi quasi impossibile ottenere finanziamenti per le attività del settore turistico a causa dell’elevata valutazione di rischio attribuita alle imprese di questo settore.

Gli ultimi due interventi del presente panel sono stati monopolizzati da un acceso dibattito sul settore del trasporto aereo. In particolare Philippe Eydaleine, Head of Public Affairs–Europe di Etihad Airways, ha posto l’accento sul fatto che il mondo è profondamente cambiato, ad esempio Airbnb fa affari affittando camere ma senza possederne alcuna, così come Facebook non produce alcun contenuto. L’Europa deve dunque adeguarsi, adottando un approccio più globale per migliorare il contesto imprenditoriale. A tal proposito è necessario eliminare gli ostacoli protezionistici ancora presenti e avere leggi certe e il più possibile omogenee, in quanto rivolgersi ai tribunali non è mai un’opzione semplice per un’impresa che in attesa di un verdetto perde clienti a causa dell’incertezza sul futuro. David O’Brien, Chief Commercial Officer di Ryanair, ha spostato invece l’attenzione sul fatto che il cliente principale dell’UE è l’UE stessa. Il turismo interno rimane ancora il più importante, per questo sono necessarie politiche di deregolamentazione e “cieli aperti” per favorire questo tipo di turismo. Società come Ryanair sono pronte ad investire miliardi di euro nei prossimi anni in Europa, ma ovviamente gli investimenti andranno dove sono ben accolti e dove i governi non attuano politiche incoerenti.

Nei due panel pomeridiani si è discusso ampiamente dei due problemi principali legati al lavoro nel settore turistico: la mancanza di forza lavoro qualificata o altamente qualificata, e l’alto turnover. Il settore turistico è di fondamentale importanza per l’occupazione in particolare poiché permette l’accesso al mondo del lavoro a categorie svantaggiate della popolazione come i giovani, le donne e gli immigrati. Tuttavia, poiché lavorare nel settore turistico è spesso considerata una “seconda scelta” in mancanza di alternative, i diversi relatori sono stati concordi nel ritenere necessario presentare le opportunità lavorative nel settore turistico in modo nuovo, prospettando la possibilità di una carriera a lungo termine e di successo. Per fare ciò è tuttavia necessario formare una categoria di professionisti con competenze specifiche e adatte alle sfide future. Una tale formazione va organizzata dall’alto poiché le molte micro, piccole o medie imprese del settore non hanno i mezzi e le abilità per fornire un educazione adeguata. I relatori hanno riconosciuto che anche in questo campo i partenariati pubblico-privati potrebbero rappresentare una soluzione estremamente efficiente e ribadito la necessità di una grande cooperazione tra tutti gli attori chiamati in causa, così da garantire una migliore transizione tra il mondo della formazione e quello del lavoro, come già accade con il programma “Erasmus +” che finanzia circa 100.000 spostamenti all’anno per esperienze professionali favorendo l’acquisizione di nuove competenze, l’apprendimento di lingue straniere e l’inserimento nel mondo lavorativo.

La conferenza é stata chiusa da Corina Crețu, Commissaria alla politica regionale e urbana (DG REGIO), che ha individuato i cinque ambiti fondamentali su cui indirizzare i 9 miliardi di euro di fondi disponibili fino al 2020: (i) integrazione delle economie locali, (ii) sostenibilità, (iii) innovazione, (iv) diversificazione e (v) accessibilità.

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Ministero delle politiche agricole: nuovo sostegno al settore del latte

Ministero delle politiche agricole: nuovo sostegno al settore del latte

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali informa che Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, sta procedendo al pagamento di cira 21 milioni di euro, dei 25 milioni previsti dalla misura straordinaria contro la crisi del comparto, a 25.000 allevatori italiani. Questa prima tranche di pagamenti erogata in anticipo di tre mesi sarà seguita nelle prossime settimane dalla distribuzione dei restanti 4 milioni di euro.

Questo intervento si inserisce tra le diverse azioni che il ministero ha promosso a favore del settore lattiero caseario, tra le quali si possono ricordare la cancellazione dell’Irap e dell’Imu sui terreni delle aziende agricole, una diminuzione della pressione fiscale sulle aziende che è scesa al 25% anche grazie all’aumento della compensazione Iva al 10% per gli allevatori, l’ampliamento della compensazione delle quote latte tra produttori, lo stoccaggio privato dei formaggi che dopo un iniziale quantitativo pari a 12.000 tonnellate è ora diventato, per il nostro paese, di 27.000 tonnellate e, infine, l’approvazione della legge 91/2015 che per le vendite di latte fresco prevede la durata minima dei contratti fissata a 12 mesi e l’espressa indicazione del prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo.

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Al via il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” nel settore agricolo

Al via il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” nel settore agricolo

La Confederazione italiana agricoltori (CIA), insieme ad altri dieci enti, si è aggiudicata il bando per il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” (EYE), che estende al settore dell’agricoltura un’opportunità generalmente prevista per le PMI.

La CIA, in quanto organizzazione intermedia accreditata, dispone di 12 borse, finanziate dalla Commissione europea, destinate a giovani o a nuovi potenziali agricoltori  (i.e. chi ha avviato la sua attività da meno di 3 anni o chi intende avviarne una) che potranno vivere un’esperienza della durata minima di un mese fino a una durata massima di 6 mesi presso un imprenditore europeo ospitante con il quale scopriranno quale potrà essere la loro reale attività futura o con il quale potranno approfondire diversi aspetti del piano d’impresa. La CIA dispone altresì di 9 borse destinate al sostegno di imprenditori italiani ospitanti disposti ad accogliere nelle loro aziende giovani partecipanti al programma EYE provenienti da altri paesi europei.

Il programma EYE si è dimostrato un’iniziativa di grande successo, coinvolgendo 7.400 imprenditori in 3.700 scambi nel corso degli ultimi anni.

Per maggiori informazioni sul programma EYE si veda il seguente LINK.

Per maggiori informazioni sul bando EYE dedicato ai giovani imprenditori agricoli si veda il seguente LINK.

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La commissione sicurezza alimentare del Parlamento europeo ribadisce il suo supporto all'introduzione dell’obbligo di indicazione del paese di origine per la carne e il latte

La commissione sicurezza alimentare del Parlamento europeo ribadisce il suo supporto all’introduzione dell’obbligo di indicazione del paese di origine per la carne e il latte

Gli europarlamentari della commissione sicurezza alimentare del Parlamento europeo (PE) hanno approvato una proposta di risoluzione non vincolante, che sarà sottoposta al voto della sessione plenaria del PE di aprile o maggio prossimi, a favore dell’introduzione dell’obbligo di indicare sull’etichetta il paese di origine della carne e del latte.

Secondo gli europarlamentari che promuovono quest’iniziativa, l’indicazione del paese di origine o del luogo di provenienza dovrebbe essere resa obbligatoria per la carne contenuta negli alimenti trasformati, e per tutti i tipi di carne oltre a quella derivante da animali bovini, suini, caprini e dal pollame. L’obbligo dell’indicazione di origine dovrebbe riguardare anche il latte venduto singolarmente e il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero caseari, negli alimenti non trasformati, negli alimenti a base di un singolo ingrediente e per gli ingredienti che costituiscono più del 50% di un alimento.

Alcuni sondaggi dimostrano che i cittadini europei sono fortemente a favore dell’indicazione del paese di origine per gli alimenti e, secondo uno studio della Commissione, i costi derivanti dall’obbligo di indicare il paese di origine per le carni sarebbe relativamente basso. Un tale obbligo aiuterebbe inoltre a combattere le frodi alimentari nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari, proteggendo l’occupazione in un settore che sta attraversando una dura crisi.

Per maggiori informazioni si veda il seguente LINK.

 

Settore lattiero caseario: approvata una moratoria di 30 mesi dei mutui degli allevatori

Settore lattiero caseario: approvata una moratoria di 30 mesi dei mutui degli allevatori

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per il rilancio del settore lattiero caseario che prevede una moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani, grazie ad un meccanismo che dispone la sospensione dei pagamenti dei mutui sottoscritti dalle imprese allevatoriali, attraverso le misure del Fondo Latte per la ristrutturazione dei debiti degli allevatori e l’Accordo per il Credito 2015.

Il Fondo Latte, approvato a novembre 2015, prevede interventi per la ristrutturazione del debito, come l’abbattimento dei costi di garanzia e interessi nel limite del regolamento de minimis, e per favorire gli investimenti attraverso la possibilità di accedere al Fondo credito Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

Anche le imprese che non accedono ai benefici del Fondo Latte, o che appartengono ad altri comparti del settore agroalimentare, possono comunque ottenere la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, secondo quanto previsto dall’Accordo per il Credito 2015 o alle migliori condizioni che sono in via di definizione da parte del Ministero con le singole banche.

Il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: “… lavoriamo da mesi al sostegno dei nostri allevatori e l’accordo […] per la moratoria dei mutui per due anni e mezzo è un passo concreto in avanti. Un’azione che rafforza l’operatività del nostro Fondo latte da 50 milioni di euro e va a incidere su uno dei fronti più delicati, come quello del credito, provando ad aiutare le imprese lattiere in questa fase …”.

 

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La Commissione europea autorizza la commercializzazione del pane trattato con raggi UV

La Commissione europea autorizza la commercializzazione del pane trattato con raggi UV

Con la sua decisione di esecuzione n. 2016/398, del 16 marzo 2016, la Commissione europea ha stabilito che il pane trattato con raggi UV può essere immesso sul mercato in qualità di nuovo prodotto alimentare, a norma del regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio, se contiene una quantità massima di vitamina D2 pari a 3 μg per 100 g di prodotto.

Tale decisione è stata presa in seguito alla consultazione con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che nel suo parere emesso a giugno 2015 ha concluso che il pane arricchito con vitamina D2 mediante trattamento UV è sicuro alle condizioni di uso proposte.

Per “pane trattato con raggi UV” si intendono pane e panini lievitati con lievito (senza guarniture) ai quali si applica, dopo la cottura, un trattamento con radiazioni ultraviolette al fine di convertire l’ergosterolo in vitamina D2 (ergocalciferolo). Questo nuovo alimento dovrà in qualsiasi caso sottostare a quanto già previsto dal regolamento (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa prescrizioni sull’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti.

All’etichetta del prodotto dovrà essere aggiunto quanto segue: “contiene vitamina D prodotta attraverso trattamento UV”.

 

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UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

La Commissione europea ha annunciato un pacchetto di misure eccezionali a supporto degli agricoltori europei e a salvaguardia del mercato interno UE. Nonostante le numerose crisi e le ristrettezze di budget, l’Unione europea (UE) ha mobilitato più di 1 miliardo di euro negli ultimi due anni a supporto del settore agricolo, compreso il pacchetto di supporto da 500 milioni di euro approvato a settembre 2015.

Il Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale Phil Hogan ha dichiarato che “… la risposta odierna è una risposta completa che tiene conto del maggior numero possibile di proposte tenendo conto dei limiti legali e di budget presenti…”.

Le misure introdotte con questo ulteriore pacchetto si caratterizzano per la loro flessibilità che consentirà agli Stati membri di modificarle per adattarle il più possibile alle diverse esigenze nazionali, e sono focalizzate principalmente sul settore lattiero caseario, della carne suina e ortofrutticolo.

Di seguito viene riportato l’elenco, con una breve descrizione, delle misure adottate:

 

Applicazione di misure volontarie di gestione (articolo 222)

La Commissione permetterà alle organizzazioni di produttori, alle organizzazioni interprofessionali e alle cooperative di concludere, per un breve lasso di tempo, degli accordi volontari per coordinare la produzione e l’offerta dei prodotti agricoli. Tale misura viene denominata come “articolo 222” dell’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (CMO), ovvero una misura specifica del settore agricolo applicata in periodi di grave squilibrio del mercato. Secondo la Commissione i parametri preoccupanti del mercato odierno soddisfano i requisiti stringenti richiesti per l’adozione della misura in questione. Si tratta infatti di una misura eccezionale mai utilizzata prima ed inclusa dal legislatore nel quadro delle riforme alla PAC del 2013 al fine di proteggere il mercato interno.

 

Aumento temporaneo degli aiuti di Stato

La Commissione autorizzerà un aumento temporaneo degli aiuti di Stato volto a permettere agli Stati membri di concedre a ciascun imprenditore agricolo fino a un massimo di 15.000 euro all’anno, senza applicare alcun tetto massimo nazionale. Tale misura, contrariamente all’aumento del massimale “de minimis” nazionale, può essere erogata immediatamente e con maggiore celerità.

 

Raddoppio del massimale d’intervento per il latte scremato in polvere ed il burro

La Commissione aumenterà i limiti quantitativi di latte scremato in polvere e di burro sottoposti a prezzi d’intervento rispettivamente da 109.000 a 218.000 tonnellate e da 60.000 a 100.000 tonnellate. In questo modo, la Commissione si impegna apertamente a sostenere il prezzo d’intervento stabilito.

 

Rafforzamento del produttore all’interno della catena di approvvigionamento

Il ruolo e la posizione dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare continuano ad essere un argomento cruciale per la Commissione. Il Gruppo di Lavoro dei Mercati Agricoli, costituito nel settembre del 2015 nell’ambito degli aiuti di 500 milioni di euro, presenterà in autunno le proprie osservazioni e raccomandazioni di carattere legislativo al fine di pervenire ad un miglior equilibro nella catena di approvvigionamento. Inoltre, è stato deciso che i rappresentati nazionali di alto livello si riuniranno con il Gruppo Mercati Agricoli per esaminare attentamente la situazione del settore lattiero caseario.

 

Sostegno al settore della carne suina

In risposta alle proposte per un nuovo regime di aiuti riguardante lo stoccaggio privato di carne suina, il Commissario Hogan ha comunicato che prenderà in considerazione l’instaurazione di un nuovo regime. Le modalità di tale regime, compresa la data d’introduzione delle misure, devono però ancora essere confermate.

 

Istituzione di un Osservatorio per il mercato della carne

Gli Stati membri hanno riconosciuto ed accolto il lavoro della Commissione nel controllo e scambio di informazioni di mercato. A seguito dell’esperienza maturata con l’Osservatorio del mercato del latte creato nel 2014, la Commissione ha deciso di istituire anche un Osservatorio per il mercato della carne volto a monitorare la carne bovina e quella suina.

 

Commercio internazionale

In relazione ai negoziati sugli accordi TTIP e Mercosur, la Commissione è al corrente della sensibilità del settore agricolo. Il Commisario Hogan, insieme al collegio dei Commissari, è determinato a promuovere gli interessi dell’UE e ad aprire nuovi mercati per i prodotti dell’UE negoziando, allo stesso tempo, un trattamento differenziato per i prodotti sensibili. I nuovi mercati sono di certo cruciali per l’agricoltura europea, ma altrettanto cruciale è un trattamento differenziato dei prodotti sensibili.

 

Promozione

Le campagne promozionali sono uno strumento chiave per trovare nuovi mercati, a tal fine sono disponibili oltre 100 milioni di euro per il 2016 solo per supportare la promozione di prodotti agricoli all’interno dell’UE e in paesi terzi. Grazie ad un impegno preso lo scorso settembre, oltre 30 milioni di euro sono stati specificamente destinati ai settori della carne suina e lattiero caseari ai quali oggi si aggiungono ulteriori risorse per far fronte alle turbative di mercato presenti in tali settori.

 

Divieti sanitari e fito-sanitari russi

L’intera Commissione sta continuando ad adoperarsi senza sosta al fine di revocare il divieto fitosanitario russo. Nonostante gli sforzi della Commissione per cercare di assicurare una rapida ripresa del commercio tra UE e Russia, fino ad ora ci sono stati pochi cambiamenti. Tuttavia sono stati fatti importanti progressi nell’eliminare i divieti fitosanitari ingiustificati o sproporzionati attuati da paesi terzi, compresi gli Stati Uniti, il Giappone, il Brasile e l’Ucraina. Ciò contribuirà a far aumentare sostanzialmente i flussi commerciali.

 

Strumenti finanziari/Banca europea per gli investimenti/Fondo europeo per gli investimenti strategici

La Commissione renderà prioritario il suo coinvolgimento con la Banca europea per gli investimenti (BEI), al fine di sviluppare degli strumenti finanziari adeguati per assistere gli agricoltori e gli operatori coinvolti nella trasformazione delle materie prime che vogliono investire nelle loro imprese per migliorarne la competitività o fare i necessari aggiustamenti strutturali. Gli Stati membri sono anche incoraggiati a sfruttare a pieno le opportunità offerte dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) per investimenti nel settore agricolo e ad esaminare la possibilità di creare delle piattaforme dedicate per i finanziamenti FEIS.

 

Credito all’esportazione

La Commissione sta esaminando la fattibilità di uno schema per il credito all’esportazione che potrebbe integrare gli schemi che gli Stati membri già operano a livello nazionale. A tal riguardo, la Direzione generale per l’agricoltura sta intensificando i suoi contatti con la BEI e le agenzie competenti negli Stati membri.

 

Settore ortofrutticolo

La Commissione sta esaminando un prolungamento delle misure eccezionali previste per il settore ortofrutticolo conseguenti al divieto russo che scadrà il 30 giugno 2016.

 

Sviluppo rurale

La Commissione lavorerà insieme agli Stati membri per capire dove e come i programmi di sviluppo rurale possano essere adeguati per renderli più sensibili alla crisi attuale.

 

Per maggiori informazioni si veda il seguente LINK.

 

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