Piano di investimenti per l’Europa: 1 miliardo di finanziamenti per le PMI italiane nell’ambito del programma COSME

Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Per questo motivo l’Italia ha concluso un nuovo accordo che consentirà a 20.000 PMI italiane di accedere a 1 miliardo di euro in finanziamenti nei prossimi 12 mesi.

L’accordo consiste in un contratto di controgaranzia concluso tra il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), e il Fondo di Garanzia per le PMI che, tramite i confidi (società di mutua garanzia che forniscono garanzie alle PMI in Italia), faciliterà l’accesso ai finanziamenti necessari alle PMI italiane per portare avanti i loro progetti. Il contratto di controgaranzia firmato nell’ambito di COSME, il programma europeo per la competitività delle imprese e delle piccole e medie imprese nel periodo 2014–2020, gode del sostegno finanziario della Commissione europea tramite il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS).

Il FEI, che fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI), persegue l’obiettivo di sostenere le microimprese e le piccole e medie imprese europee facilitandone l’accesso ai finanziamenti. Il FEI promuove gli obiettivi dell’UE nei settori dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo, dell’imprenditorialità, della crescita e dell’occupazione sia tramite impegni in fondi di equity che tramite la prestazione di garanzie.

Il Fondo di Garanzia per le PMI è un fondo nazionale il cui scopo è garantire attraverso garanzie pubbliche con coefficiente di rischio zero qualsiasi tipologia di operazione finanziaria finalizzata all’attività di impresa, di qualsiasi durata e in qualsiasi settore. La garanzia è concessa a banche, società di mutua garanzia e ad altri fondi di garanzia tramite una garanzia di pagamento a prima richiesta.

Il piano di investimenti per l’Europa, proposto dalla Commissione nel novembre 2014, mira a mobilitare almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in tre anni al fine di incentivare gli investimenti, aumentare la competitività e sostenere la crescita economica a lungo termine nell’UE. Il FEIS, che è uno dei pilastri del piano di investimenti per l’Europa, utilizza fondi pubblici per mobilitare ulteriori investimenti privati e fornisce la protezione del credito ai finanziamenti concessi dalla BEI e dal FEI.

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Il decreto "investiment impact" estende le agevolazioni alle PMI innovative

Il decreto “investiment impact” estende le agevolazioni alle PMI innovative

Riposizionare l’Italia nelle graduatorie internazionali per diffusione di imprese ad alto valore innovativo e tecnologico.

E’ questa la finalità dei recenti interventi normativi varati dal governo Renzi per favorire la proliferazione d’investimenti in imprese vocate all’innovazione. Il riferimento è, inter alia, all’art. 4 del Decreto Legge 24 gennaio 2015, n. 3 (“Decreto”) che introduce la categoria delle Piccole e Medie Imprese “Innovative” (“PMII”) estendendo a tali imprese le misure agevolative previste a favore delle start-up innovative. Nello specifico, la nuova disciplina applicabile dal 25 gennaio 2015 è diretta alle PMI non quotate in mercati regolamentati con bilancio certificato e in possesso di almeno due tra i seguenti tre requisiti:

1) effettuare spese per ricerca e sviluppo almeno pari al 3 per cento della maggiore entità fra costo e valore totale della produzione;

2) impiegare personale altamente qualificato in misura almeno pari a 1/5 della forza lavoro complessiva;

3) essere detentrici, licenziatarie o depositarie di un brevetto o di un software registrato presso la SIAE.

Il Decreto a tal fine istituisce una sezione apposita del registro delle imprese in cui devono iscriversi le PMI e individua le informazioni da comunicare nonché la frequenza degli aggiornamenti delle comunicazioni obbligatorie. Tra le misure di favore mutuate dalla normativa sulle start-up ed ora estese alle PMII vale la pena rammentare: la disapplicazione della fiscalità su società di comodo e in perdita sistematica; la possibilità di creare categorie di quote di partecipazione prive di diritto di voto; l’esenzione da diritti camerali e imposte di bollo; la possibilità di remunerare amministratori, dipendenti e collaboratori con l’attribuzione di strumenti finanziari (work for equity); la possibilità di raccogliere fondi attraverso portali web di equity crowdfunding.

Agevolazioni  estese anche agli investitori nel capitale delle PMI costituite da non oltre 7 anni, i quali infatti potranno beneficiare del regime fiscale di favore per persone fisiche e giuridiche consistente nella detassazione pari rispettivamente al 19 per cento e 20 per cento delle somme investite. L’intervento del governo, teso al riconoscimento dello status di PMI, è un passaggio fondamentale da accogliere positivamente specialmente in un ottica di sensibilizzazione e promozione di un nuovo approccio culturale tra le PMI. Va apprezzato, poi, anche perchè rende tali imprese maggiormente identificabili da parte di possibili investitori che riconoscono nell’innovazione un elemento distintivo.

 

Alessandro Foti