Intervista a S.E. Robert Rydberg, Ambasciatore di Svezia

Le strette relazioni tra De Berti Jacchia Franchini Forlani e i Paesi scandinavi, rafforzate anche dalla attiva presenza dell’avvocato Marco Frazzica, partner dello studio e console generale onorario di Svezia a Milano, consentono a De Berti Jacchia Franchini Forlani, ormai da diversi anni, di essere considerato uno dei punti di riferimento per le imprese appartenenti a quell’area.

In quest’ottica, lo studio ha il piacere di condividere l’intervista a S.E. Robert Rydberg, Ambasciatore di Svezia in Italia pubblicata dal giornale economico finanziario Tribuna Economica dello scorso 6 febbraio.

 

Vai all’intervista

Approvato dal CDM il piano strategico del turismo 2017-2022

È stato approvato dal Consiglio dei ministri in via definitiva il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 che traccia le linee guida per lo sviluppo di un settore valutato in 171 miliardi di euro (pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione).

Con l’avallo del CdM si passa dunque alla fase operativa del rilancio della leadership italiana sul mercato turistico mondiale.

Elaborato dal Comitato Permanente per la promozione del turismo con il coordinamento della Direzione Generale Turismo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – MiBACT, il Piano promuove una nuova modalità di fruizione turistica del patrimonio del nostro Paese, basata sul rinnovamento e ampliamento dell’offerta turistica delle destinazioni strategiche e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti, per accrescere il benessere economico, sociale e sostenibile e rilanciare così, su basi nuove, la leadership dell’Italia sul mercato turistico internazionale.

Per perseguire tali obiettivi nell’orizzonte temporale fissato in sei anni, il Piano agisce su leve fondamentali come l’innovazione tecnologica e organizzativa, la capacità di adattamento alle trasformazioni del mercato, la valorizzazione del patrimonio territoriale e culturale, l’adeguamento delle competenze, le condizioni favorevoli per le attività imprenditoriali.

Con l’approvazione del Piano comunque il Governo ha dato una prima risposta concreta alle perplessità manifestate al World Economic Forum’s 2016 nell’ambito del quale il nostro Paese è stato collocato al 44° posto della classifica mondiale sulla competitività (The Global Competitiveness Index 2016–2017) a fronte della valutazione delle performance di altri 137 Paesi sulla base di fattori quali Istituzioni, Infrastrutture, Efficienza del mercato del lavoro, Sviluppo del mercato finanziario ed Innovazione. Una nota positiva deve registrarsi con riguardo a quest’ultimo fattore, nel quale il nostro Paese intende drenare parecchie risorse, e per il quale ha guadagnato una speciale menzione nel Global Information Technology Report 2016.

Sotto il profilo dell’innovazione tecnologica, questo Piano di sviluppo si può collocare idealmente all’interno del più ampio programma promosso dal Governo con il Piano triennale Industria 4.0.  Con quest’ultimo, tra gli altri, sono incentivate le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Tra i tanti vantaggi meritano di essere menzionati l’Iperammortamento: ossia la supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing; ed il Superammortamento: supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. Benefici questi che vale la pena ricordare sono cumulabile con altri quali ad esempio la Nuova Sabatini, il Credito d’imposta per attività di Ricerca e Sviluppo, il Patent Box, gli Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE), gli Incentivi agli investimenti in startup e PMI innovative, il Fondo Centrale di Garanzia.

Si tratta quindi di una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate anche alla quarta rivoluzione industriale. Per saper cogliere la sfida dell’innovazione è però opportuno che i player del settore turistico valutino fin da subito il grado e le potenzialità di innovazione della propria attività onde poter comprendere quali e quanti benefici, principalmente ma non solo fiscali, potranno ritrarre dall’evoluzione del proprio business in un’ottica 4.0.

 

Il Piano è consultabile al seguente indirizzo: clicca qui

 

Alessandro Foti

© 2017 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Attrarre investimenti nel settore turistico

Attrarre investimenti nel settore turistico

Il 5 aprile 2016 si è tenuta a Bruxelles l’High–level Conference – Attracting Investment in Tourism organizzata dalla Commissione europea con l’obiettivo di dibattere sull’evoluzione del settore del turismo in Europa. La sessione mattutina della conferenza si è focalizzata sulle modalità ritenute opportune per attrarre investimenti e massimizzare l’uso di fondi europei al fine di migliorare la competitività del settore, mentre la sessione pomeridiana è stata dedicata al miglioramento delle competenze e agli investimenti nel capitale umano.

La conferenza è stata aperta dalla Commissaria per il Mercato interno, l’industria, l’imprenditoria e le PMI (DG GROW) Elżbieta Bieńkowska che ha sottolineato l’importanza del turismo per la crescita economica dell’Unione e per l’occupazione, in particolare quella giovanile, e ha riconosciuto la necessità di investire in nuovi servizi creativi legati al turismo e nel miglioramento delle competenze degli addetti del settore turistico. La Commissaria ha infine ribadito la necessità di una cooperazione ancora più profonda sia a livello istituzionale che tra l’industria e il mondo dell’educazione, una necessità largamente condivisa anche dagli altri relatori intervenuti successivamente.

Micheael Cramer, membro del Parlamento europeo e presidente della Commissione parlamentare sui trasporti e il turismo, ha posto l’attenzione sul fatto che, sebbene l’Europa sia ancora oggi la prima destinazione turistica al mondo, tale primato è sempre più in bilico. Per tale motivo bisogna investire seriamente nel settore per migliorare l’esperienza dei turisti, ma bisogna farlo con molta attenzione e valutando i potenziali effetti negativi delle misure considerate. Secondo Cramer è necessario continuare ad investire in questo settore che conta già oggi più posti di lavoro che l’industria chimica o altre industrie tradizionali e bisogna farlo concentrandosi sia su progetti regionali che su progetti locali dalle ricadute economiche molto importanti.

Nel primo panel di discussione della conferenza, si è dibattuto sul come usare i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (ESIF) per far crescere il turismo. I diversi relatori intervenuti hanno sottolineato l’utilità dei partenariati pubblico–privati e la necessità di utilizzarli più frequentemente, e fatto notare come sia possibile utilizzare i finanziamenti del Fondo Sociale Europeo (FSE) e il programma “Erasmus +” per migliorare la formazione degli addetti del settore e favorire la mobilità, soprattutto attraverso i tirocini, così da colmare la distanza tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro ed essere pronti alle necessità future con un nuovo set di competenze adatto al mondo digitale in cui viviamo.

Il ministro del turismo di Malta,  Edward Zammit Lewis, ha invitato a riflettere sulla necessità di mitigare le fluttuazioni stagionali per offrire posti di lavoro più stabili e di rafforzare la competitività delle piccole e micro-imprese turistiche che in molti Stati costituiscono la spina dorsale del settore. Il ministro ha concluso il suo intervento annunciando che durante il suo semestre di presidenza del Consiglio dell’UE, nel 2017, Malta si concentrerà in particolare sullo sviluppo del settore turistico. La ministra bulgara del turismo,  Nikolina Angelkova, prendendo come esempio la cooperazione per la promozione della regione del Danubio, ha sottolineato l’importanza della collaborazione in questo settore. Dorina Bianchi, Sottosegretario di Stato italiano ai Beni e alle attività culturali e al turismo, illustrando il caso italiano, ha spiegato come, oltre ai 420 milioni di euro in fondi erogati nel settore della cultura, le autorità italiane abbiano adottato altre misure come il tax credit per l’adozione di nuove tecnologie o l’efficientamento energetico che possono aiutare a far crescere la competitività del settore turistico.

Il secondo panel, dedicato a come aumentare gli investimenti e migliorare il contesto imprenditoriale al fine di accrescere la competitività del settore turistico, è stato caratterizzato da interventi eterogenei in cui i diversi relatori hanno però concordato sulla necessità di concentrarsi sul futuro, sulle nuove tecnologie e la sostenibilità. Isabella De Monte, membro del Parlamento europeo e della Commissione parlamentare sui trasporti e il turismo, ha sottolineato l’importanza delle nuove tecnologie, il potere di internet e la necessità di saper far sognare i turisti attraverso uno storytelling in grado di promuovere adeguatamente la destinazione Europa nel nuovo millennio. La stessa ha rimarcato come si debba puntare al turismo creativo intercettando le nuove tendenze e i nuovi turisti senza dimenticarsi degli imprenditori del settore. Giorgio Chiarion Casoni della Direzione Generale affari economici e finanziari (DG ECFIN) ha messo in evidenza come la Commissione sostiene il turismo, ad esempio attraverso investimenti diretti in grandi progetti solitamente legati alla costruzione di infrastrutture come strade e aeroporti, ma anche tramite fondi indiretti per progetti più piccoli, come quelli per l’efficientamento energetico. Casoni ha informato anche della creazione di un Advisory Hub, in collaborazione con la Banca Europea degli Investimenti (BEI), per agevolare l’accesso ai finanziamenti e aiutare lo sviluppo dei progetti in tale settore. Susanne Kraus-Winkler, Presidente del Comitato Esecutivo dell’associazione HOTREC, ha avvertito del rischio che con l’implementazione di Basilea IV diventi quasi impossibile ottenere finanziamenti per le attività del settore turistico a causa dell’elevata valutazione di rischio attribuita alle imprese di questo settore.

Gli ultimi due interventi del presente panel sono stati monopolizzati da un acceso dibattito sul settore del trasporto aereo. In particolare Philippe Eydaleine, Head of Public Affairs–Europe di Etihad Airways, ha posto l’accento sul fatto che il mondo è profondamente cambiato, ad esempio Airbnb fa affari affittando camere ma senza possederne alcuna, così come Facebook non produce alcun contenuto. L’Europa deve dunque adeguarsi, adottando un approccio più globale per migliorare il contesto imprenditoriale. A tal proposito è necessario eliminare gli ostacoli protezionistici ancora presenti e avere leggi certe e il più possibile omogenee, in quanto rivolgersi ai tribunali non è mai un’opzione semplice per un’impresa che in attesa di un verdetto perde clienti a causa dell’incertezza sul futuro. David O’Brien, Chief Commercial Officer di Ryanair, ha spostato invece l’attenzione sul fatto che il cliente principale dell’UE è l’UE stessa. Il turismo interno rimane ancora il più importante, per questo sono necessarie politiche di deregolamentazione e “cieli aperti” per favorire questo tipo di turismo. Società come Ryanair sono pronte ad investire miliardi di euro nei prossimi anni in Europa, ma ovviamente gli investimenti andranno dove sono ben accolti e dove i governi non attuano politiche incoerenti.

Nei due panel pomeridiani si è discusso ampiamente dei due problemi principali legati al lavoro nel settore turistico: la mancanza di forza lavoro qualificata o altamente qualificata, e l’alto turnover. Il settore turistico è di fondamentale importanza per l’occupazione in particolare poiché permette l’accesso al mondo del lavoro a categorie svantaggiate della popolazione come i giovani, le donne e gli immigrati. Tuttavia, poiché lavorare nel settore turistico è spesso considerata una “seconda scelta” in mancanza di alternative, i diversi relatori sono stati concordi nel ritenere necessario presentare le opportunità lavorative nel settore turistico in modo nuovo, prospettando la possibilità di una carriera a lungo termine e di successo. Per fare ciò è tuttavia necessario formare una categoria di professionisti con competenze specifiche e adatte alle sfide future. Una tale formazione va organizzata dall’alto poiché le molte micro, piccole o medie imprese del settore non hanno i mezzi e le abilità per fornire un educazione adeguata. I relatori hanno riconosciuto che anche in questo campo i partenariati pubblico-privati potrebbero rappresentare una soluzione estremamente efficiente e ribadito la necessità di una grande cooperazione tra tutti gli attori chiamati in causa, così da garantire una migliore transizione tra il mondo della formazione e quello del lavoro, come già accade con il programma “Erasmus +” che finanzia circa 100.000 spostamenti all’anno per esperienze professionali favorendo l’acquisizione di nuove competenze, l’apprendimento di lingue straniere e l’inserimento nel mondo lavorativo.

La conferenza é stata chiusa da Corina Crețu, Commissaria alla politica regionale e urbana (DG REGIO), che ha individuato i cinque ambiti fondamentali su cui indirizzare i 9 miliardi di euro di fondi disponibili fino al 2020: (i) integrazione delle economie locali, (ii) sostenibilità, (iii) innovazione, (iv) diversificazione e (v) accessibilità.

© 2016 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Destination Italia – per vendere all’estero il “prodotto italia"

Destination Italia – per vendere all’estero il “prodotto italia”
Lastminute.com e IntesaSanPaolo hanno dato vita a “Destination Italia”: un progetto ambizioso per il turismo italiano il cui obiettivo dichiarato è la valorizzazione all’estero degli asset chiave del nostro “sistema Paese”, quali il turismo, l’enogastronomia, la moda, moltiplicando le opportunita’ di viaggio e sviluppando il flusso e lo spending dei visitatori stranieri in Italia.