La Commissione approva due nuovi IGP Italiani

In data 20 Aprile 2017, la Commissione europea ha approvato l’iscrizione nel registro delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) di due nuovi prodotti italiani. Questi ultimi riconoscimenti si aggiungono alle oltre 290 specialità italiane nel DOOR, il registro dei prodotti di qualità certificata e tutelata dalle norme Ue, e portano a 1390 i prodotti già protetti in Europa.

I prodotti in questione sono l’olio extra vergine d’oliva denominato “Marche” e la carne bovina denominata “Vitelloni piemontesi della coscia”. Il primo è prodotto, appunto, nella regione Marche ed è un olio rinomato fin dall’antichità. Già nel 1300 veniva venduto ai commercianti fiorentini ed era esportato nelle altre regioni italiane. Il secondo consiste in carne provienente da bovini allevati in Piemonte e Liguria e si contraddistingue per il basso tenore di lipidi e l’alto tenore di proteine.

Alberto Circio, componente della Commissione agricoltura al Parlamento Europeo, ha affermato: “Il marchio Igp sarà il modo migliore per confermare la qualità della nostra carne e difenderla dall’invasione di quella straniera”. D’ora in poi, il logo IGP e il simbolo dell’Ue compariranno sulle etichette che accompagneranno i tagli di carne piemontese e l’olio delle Marche.

 

Per maggiori informazioni consultare il comunicato stampa disponibile al seguente LINK.

 

Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

L’Italia introduce nuovi obblighi di etichettatura per gli alimenti

Dal 19 aprile 2017 in Italia sarà obbligatorio inserire in etichetta l’indicazione dell’origine per i prodotti lattiero caseari di origine ovicaprina, bufalina o di altra origine animale. Da tale data, infatti, entrerà in vigore il decreto ministeriale 9 dicembre 2016 relativo all’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (GU n.15 del 19.01.2017).

Questo nuovo sistema consente di indicare con chiarezza ai consumatori la provenienza delle materie prime di molti prodotti come il latte UHT, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi ed i latticini in genere.

Sulle confezioni del latte o dei prodotti da esso derivati dovrà essere indicato il “Paese di mungitura”, cioè il nome del Paese nel quale è stato munto il latte, e il “Paese di condizionamento o trasformazione”, cioè il nome del Paese in cui il prodotto è stato condizionato o trasformato il latte. Qualora il Paese di mungitura e condizionamento o trasformazione del latte o del latte usato come ingrediente sia lo stesso, l’indicazione in etichetta può essere, ad esempio, la seguente “Origine del latte: Italia”. Nel caso in cui le fasi di confezionamento e trasformazione avvengano nel territorio di più Paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: (i) “latte di Paesi UE”, (ii) “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” oppure, (iii) qualora le operazioni si realizzassero al di fuori dell’Unione europea, verrà usata la dicitura “Paesi non UE”.

Sono esclusi dalla presente normativa i prodotti DOP e IGP che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

Il Ministro Martina ha dichiarato:

Vogliamo garantire la massima tutela e trasparenza per consumatori e produttori. Con la sperimentazione dell’origine in etichetta, infatti, chi acquista potrà scegliere in modo informato e consapevole il Made in Italy, si tratta di una svolta storica che consente un rapporto nuovo tra gli allevatori, i produttori e i consumatori. L’Italia continuerà a spingere perché questo modello si affermi a livello europeo e per tutte le produzioni agroalimentari, perché è una chiave decisiva per la competitività e la distintivita’ dei modelli agricoli”.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, inoltre, rende noto che il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto attuativo che reintroduce l’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione o confezionamento in etichetta. L’obbligo era stato abrogato in seguito al riordino della normativa europea in materia di etichettatura alimentare ma verrà presto reintrodotto al fine di garantire, oltre che una corretta e completa informazione al consumatore, una migliore e immediata rintracciabilità degli alimenti da parte degli organi di controllo e, di conseguenza, una più efficace tutela della salute.

 

Giovanna Bagnardi

L’“Olio Extravergine d’Oliva Sicilia” ottiene l’Indicazione Geografica Protetta (IGP)

In seguito al parere positivo dato dalla Commissione europea, l’“Olio Extravergine d’Oliva di Sicilia” ha ottenuto l’Indicazione Geografica Protetta (“IGP”) che permetterà agli olivicoltori siciliani di specificare in etichetta che il loro prodotto è proveniente solo ed esclusivamente da olive coltivate e molite in Sicilia, con parametri di qualità superiori all’olio extravergine d’oliva convenzionale.

I produttori siciliani, oltre a beneficiare dei vantaggi del sistema di qualità europeo, potranno usufruire di specifici fondi destinati a coprire i costi necessari per la certificazione del prodotto e dell’aiuto accoppiato per gli oliveti certificati DOP e IGP. Potranno altresì accedere ai programmi di promozione nei paesi terzi e alle misure di valorizzazione delle filiere regionali.

Grande soddisfazione per il risultato ottenuto è stata espressa dagli eurodeputati che hanno promosso questo progetto, dalla Regione Sicilia e dalle associazioni di categoria che sottolineano come l’IGP tuteli e valorizzi l’olio siciliano ponendo le basi per un rilancio del settore.