Nuovi aiuti supplementari ai frutticoltori europei

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In data 1 luglio 2017, le misure eccezionali a favore dei produttori di frutti deperibili colpiti dall’embargo sulle importazioni imposto dalle autorità russe sono state prorogate per un altro anno, fino alla fine di giugno 2018.

Le misure consistono in aiuti supplementari per un ammontare di 70 milioni di euro, destinati ai frutticoltori europei che, a causa dell’embargo sulle importazioni imposto dalla Russia nell’agosto 2014, rischiano di non trovare uno sbocco di mercato per i loro prodotti, compensando in particolare quei frutticoltori che scelgono di distribuire i prodotti in eccesso a determinate organizzazioni (enti di beneficienza, scuole) o di destinarli ad altri scopi.

Gli aiuti sono destinati specificamente al settore delle colture permanenti (alberi da frutto), in quanto meno adattabili ai cambiamenti, e si aggiungono ad una serie di altre misure di sostegno eccezionali per il mercato agricolo connesse all’embargo russo.

Gli agricoltori ricevono un finanziamento UE del 100% per i ritiri destinati alla cosiddetta distribuzione gratuita (ossia, cessione della frutta in beneficienza a fini di consumo), che consente di evitare gli sprechi alimentari. La frutta ritirata dal mercato ma non effettivamente consumata (ad esempio, inviata direttamente al compostaggio), o raccolta prima della maturazione (la cosiddetta vendemmia verde) o non raccolta affatto, riceve livelli di sostegno più bassi.

Il commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan, ha dichiarato: “La Commissione ha fatto tutto quanto era in suo potere per sostenere i produttori europei danneggiati dall’embargo russo. La nuova proroga concessa costituisce un altro chiaro segnale della nostra determinazione a restare saldamente e risolutamente a fianco dei nostri agricoltori. Queste misure di sostegno vanno di pari passo con l’opera di modernizzazione e semplificazione della PAC attualmente in corso a beneficio dei nostri agricoltori e della società europea in generale”.

La misura riguarda 12 Stati membri, a cui verranno applicati volumi di ritiro differenziati per garantire che il sostegno finanziario arrivi ai produttori che più ne hanno bisogno.

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Nuove regole sull’agricoltura biologica nell’UE

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In data 28 giugno 2017, la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo preliminare sulla revisione delle norme comunitarie vigenti in materia di produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici. L’accordo prevede regole moderne e più uniformi in tutta l’Unione europea, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile della produzione biologica nell’UE.

Le nuove norme mirano anche a garantire una concorrenza leale per agricoltori e operatori, prevenire le frodi e le pratiche sleali e migliorare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici.

L’europarlamentare, relatore e capo negoziatore dell’accordo, Martin Häusling, ha affermato: “Dopo 20 mesi di trattative siamo riusciti a raggiungere un accordo, che contribuirà alla crescita del settore biologico e aumenterà la fiducia dei consumatori nei prodotti alimentari bio. E’ stato un lavoro faticoso, ma credo che le nuove norme porteranno vantaggi per i consumatori dell’UE e gli agricoltori biologici”.

In particolare le nuove regole prevederanno, tra l’altro:

  • un rafforzamento del sistema di controllo, per aumentare la fiducia dei consumatori;
  • un’ulteriore armonizzazione e semplificazione delle regole di produzione, per rendere la vita degli agricoltori biologici più facile, migliorando la chiarezza giuridica;
  • lo sviluppo di nuovi accordi commerciali con i paesi terzi; e
  • un ampliamento del campo di applicazione delle norme sugli alimenti biologici per coprire una lista più ampia di prodotti che potranno ottenere la certificazione bio (sale, sughero, cera d’api).

L’accordo deve ancora essere approvato dal Comitato speciale Agricoltura (CSA). Dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio, la nuova regolamentazione sarà presentata al Parlamento europeo per la votazione e al Consiglio per l’adozione definitiva. L’applicazione del nuovo regolamento è fissata a decorrere dal 1° luglio 2020.

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Il Consiglio dell’UE ha varato la nuova strategia di sensibilizzazione per la salute delle piante

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In data 14 giugno 2017, i Capi dei servizi fitosanitari, ossia il gruppo di lavoro del Consiglio dell’Unione europea che riferisce in merito a questioni generali e aspetti strategici delle politiche dell’UE in materia di salute dei vegetali, hanno deciso una nuova strategia globale di sensibilizzazione per la salute delle piante nell’Unione.

L’Unione europea ha di recente affrontato varie crisi ed emergenze dovute a focolai e alla presenza di organismi nocivi nel suo territorio, come nel caso della Xylella fastidiosa o del nematode del pino.

La nuova strategia comprende cinque proposte di azioni prioritarie, attuabili sia dagli Stati membri che dalla Commissione, ed è volta ad aiutare le autorità nazionali a fornire informazioni adeguate a tutti i soggetti coinvolti nella prevenzione e nella lotta contro gli organismi nocivi potenzialmente devastanti. Le cinque azioni prioritarie proposte consistono:

  • nello sviluppo di strategie di sensibilizzazione;
  • nella creazione di un gruppo di lavoro della Commissione composto da esperti degli Stati membri;
  • nella predisposizione di un insieme di strumenti e di materiali di sensibilizzazione;
  • nel dialogo con i gruppi destinatari e nella formazione dei comunicatori; e
  • in attività di monitoraggio e valutazione.

La strategia di sensibilizzazione per la salute delle piante nell’UE avrà un ruolo fondamentale nel contesto dell’Anno Internazionale della Salute delle Piante, che dovrebbe svolgersi nel 2020.

 

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Mais e cotone Ogm, il Parlamento Ue si oppone all’importazione

In data 17 Maggio 2017, il Parlamento Europeo riunito a Strasburgo per i lavori d’aula ha detto “no” all’importazione di mais geneticamente modificati e di cotone resistenti agli erbicidi, già autorizzati dalla Commissione Europea.

I prodotti interessati erano stati autorizzati dalla Commissione europea sulla base dei pareri espressi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). L’organismo con sede a Parma, il 26 agosto 2016 si è espresso a favore del mais. Invece, ricerche indipendenti sollevano preoccupazioni in merito ai rischi dell’ingrediente attivo della 2,4-D, che potrebbe contenere impurità di diossine e furani altamente tossici che sono cancerogeni per l’uomo. Ancora una volta sugli Ogm Commissione e Parlamento Europo vanno ciascuno per la propria strada. Già nel 2015 la Commissione ha risolto il problema degli Ogm lasciando agli Stati membri facoltà di decidere se autorizzare o meno la presenza di Organismi geneticamente modificati su suolo e sui mercati nazionali anche se approvati a livello comunitario.

La risoluzione è stata approvata con 435 voti favorevoli, 216 contrari e 34 astensioni. La richiesta di autorizzazione al commercio dei prodotti contenenti mais DAS-40278-9 è stata presentata da Dow AgroSciences Europe, partner affidabile per gli agricoltori in tutto il mondo grazie a programmi di ricerca e sviluppo di livello mondiale circa soluzioni efficaci di protezione delle colture e sementi

Attualmente, le aziende che vogliono commercializzare prodotti transgenici in Europa devono presentare domanda in primo luogo all’Autorità competente di uno Stato membro. Questa viene poi trasmessa all’EFSA, che è responsabile della valutazione scientifica del rischio sia ambientale sia per la salute umana e animale. La valutazione del rischio è effettuata in stretta collaborazione con gli organismi scientifici degli Stati membri.

I deputati hanno pertanto invitato la Commissione a presentare una nuova proposta.

 

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

UE-Cile, siglato l’accordo per lo scambio di prodotti biologici

L’Unione europea e il Cile hanno firmato l’accordo, raggiunto lo scorso anno, sul commercio di prodotti agricoli biologici. L’accordo consiste in un riconoscimento dell’equivalenza delle norme e dei sistemi di controllo reciproci per quanto concerne la produzione biologica, che permetterà ai prodotti biologici dell’Unione di essere commercializzati in Cile senza ulteriori controlli. Il medesimo trattamento si applicherà a una serie di prodotti biologici cileni nell’UE. L’accordo protegge inoltre i loghi organici attualmente usati dall’Unione e dal Cile per i loro prodotti e prevede un sistema di cooperazione, scambio di informazioni e risoluzione delle controversie nel commercio di prodotti biologici.

Questo accordo è il primo riconoscimento bilaterale delle regole relative ai prodotti biologici con un Paese latino-americano, nonché il primo dei cosiddetti accordi di “nuova generazione” per lo scambio di tali prodotti. Fino ad ora, infatti, l’Unione ha optato o per accordi amministrativi sul riconoscimento dell’equivalenza per prodotti biologici, o per un riconoscimento unilaterale dell’equivalenza delle regole di produzione e dei sistemi di controllo biologici dei paesi terzi.

Il settore della produzione biologica in Europa ha registrato una crescita annuale intorno al 5,5% negli ultimi dieci anni e quasi il 6% delle terre disponibili per l’agricoltura nell’UE è destinato all’agricoltura biologica. L’accordo con il Cile darà un impulso alla produzione biologica e alle esportazioni dell’UE, contribuendo così a generare crescita e posti di lavoro.

Già nel 2016 Phil Hogan, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, dichiarò, parlando dell’accordo con il Cile, che “questa intesa contribuirà a creare posti di lavoro e crescita per entrambi i partner, con la garanzia per i consumatori di un solido sistema di controllo“.

 

Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa disponibile al seguente LINK.

 

Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Ogm: secondo l’Avvocato Generale gli Stati membri possono adottare misure di emergenza solo in casi di rischio grave e manifesto per la salute e per l’ambiente

In data 30 marzo 2017 sono state proposte dall’Avvocato Generale Bobek le conclusioni relative alla causa C-111/16, Fidenato e a., nelle quali si suggerisce alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di stabilire che gli Stati membri possono adottare misure di emergenza riguardanti alimenti e mangimi geneticamente modificati solo qualora siano in grado di dimostrare, oltre all’urgenza, anche l’esistenza di una situazione di rischio manifesto e grave per la salute umana, per la salute degli animali e per l’ambiente.

La vicenda trae origine dalla coltivazione, da parte del sig. Fidenato e altri, di mais geneticamente modificato (mais MON 810) in violazione di un decreto interministeriale del 2013 che ne ne vieta la coltivazione sul territorio italiano. Il decreto in parola era stato adottato come misura d’emergenza ai sensi dell’articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, nonostante non vi fossero prove scientifiche a supporto delle misure di emergenza emesse in grado di invalidare le precedenti conclusioni sulla sicurezza del mais MON 810 emesse dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Il Tribunale di Udine aveva pertanto chiesto alla Corte di Giustizia, in particolare, se fosse possibile adottare misure di emergenza sulla base del principio di precauzione.

Secondo l’Avvocato Generale, l’articolo 34 del regolamento n. 1829/2003 costituisce un’espressione concreta del principio di precauzione nello specifico contesto degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati in una situazione di urgenza. Questo principio è sancito dal regolamento n. 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare, in particolare, l’articolo 7 consente agli Stati membri di adottare misure di emergenza al fine di scongiurare rischi per la salute umana che non sono stati ancora pienamente identificati o compresi in ragione di una situazione di incertezza sul piano scientifico.

Tuttavia, l’Avvocato Generale Bobek ritiene che tale principio generale non modifichi le condizioni chiaramente fissate dal più specifico articolo 34 in quanto:

  • il principio di legalità, che assume rilievo ancora maggiore quando gli Stati membri infliggono sanzioni penali come nel caso in esame, esige che le autorità pubbliche agiscano esclusivamente entro i limiti di quanto disposto per legge;
  • un regolamento deve essere interpretato e applicato in maniera uniforme in tutti gli Stati membri;
  • il principio di precauzione e l’articolo 34 operano in contesti diversi, visto che l’articolo 34, a differenza del principio di precauzione, si riferisce specificamente ai prodotti geneticamente modificati che sono già stati oggetto di una valutazione scientifica completa prima di essere immessi in commercio.

La conclusione dell’Avvocato Generale non cambia neanche alla luce della nuova direttiva (UE) 2015/412, che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio, in base alla quale la Commissione aveva vietato il mais MON 810 in 19 Stati membri, tra cui l’Italia. Secondo l’Avvocato Generale, infatti, tale direttiva è entrata in vigore dopo il decreto italiano e riguarda ambiti diversi.

 

Giovanna Bagnardi

Accordo di libero scambio UE–Giappone: il commissario Hogan auspica la conclusione delle trattative entro il 2016

Il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, a seguito della visita ufficiale in Giappone avvenuta tra il 20 e il 22 aprile a Tokyo e conclusasi con il G7 dell’Agricoltura di Niigata, ha auspicato che il negoziato relativo all’Accordo di libero scambio tra Unione Europea (“UE”) e Giappone possa concludersi entro il 2016.

Egli ha infatti dichiarato che, “se da parte del Giappone c’è la volontà politica di affrontare i temi rimasti aperti,  dovrebbe essere possibile trovare un accordo già quest’anno”.

Le trattative per l’Accordo di libero scambio tra UE e Giappone – iniziate nel 2013 con la prospettiva di concludersi nel 2015 – sono state rallentate da una serie di pretese reciproche avanzate dalle due parti. Infatti, da un lato, il Giappone chiede l’eliminazione delle tariffe doganali imposte dall’UE sulle automobili e sui prodotti elettronici giapponesi. Dall’altro l’UE vuole una maggiore apertura del mercato giapponese sul versante dei dazi su alimenti e bevande, in particolare carne di suino, pasta e vino, e una maggiore trasparenza e apertura in materia di appalti pubblici.

Bruxelles è disponibile a “considerare alcune limitate sensibilità giapponesi, a condizione che sia garantito l’accesso al mercato”. Inoltre, come ha sottolineato il Commissario Hogan, data la crescente popolarità della cucina giapponese in Europa, la conclusione dell’Accordo di libero scambio consisterebbe in un’ottima opportunità per i produttori agricoli giapponesi di avere accesso al mercato europeo, che conta 500 milioni di consumatori.

Nel 2015 il Giappone è stato il quinto più grande importatore di prodotti agricoli e prodotti agricoli processati provenienti dall’UE, ricevendo il 4,1% del totale delle esportazioni agricole dell’UE.

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UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

La Commissione europea ha annunciato un pacchetto di misure eccezionali a supporto degli agricoltori europei e a salvaguardia del mercato interno UE. Nonostante le numerose crisi e le ristrettezze di budget, l’Unione europea (UE) ha mobilitato più di 1 miliardo di euro negli ultimi due anni a supporto del settore agricolo, compreso il pacchetto di supporto da 500 milioni di euro approvato a settembre 2015.

Il Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale Phil Hogan ha dichiarato che “… la risposta odierna è una risposta completa che tiene conto del maggior numero possibile di proposte tenendo conto dei limiti legali e di budget presenti…”.

Le misure introdotte con questo ulteriore pacchetto si caratterizzano per la loro flessibilità che consentirà agli Stati membri di modificarle per adattarle il più possibile alle diverse esigenze nazionali, e sono focalizzate principalmente sul settore lattiero caseario, della carne suina e ortofrutticolo.

Di seguito viene riportato l’elenco, con una breve descrizione, delle misure adottate:

 

Applicazione di misure volontarie di gestione (articolo 222)

La Commissione permetterà alle organizzazioni di produttori, alle organizzazioni interprofessionali e alle cooperative di concludere, per un breve lasso di tempo, degli accordi volontari per coordinare la produzione e l’offerta dei prodotti agricoli. Tale misura viene denominata come “articolo 222” dell’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (CMO), ovvero una misura specifica del settore agricolo applicata in periodi di grave squilibrio del mercato. Secondo la Commissione i parametri preoccupanti del mercato odierno soddisfano i requisiti stringenti richiesti per l’adozione della misura in questione. Si tratta infatti di una misura eccezionale mai utilizzata prima ed inclusa dal legislatore nel quadro delle riforme alla PAC del 2013 al fine di proteggere il mercato interno.

 

Aumento temporaneo degli aiuti di Stato

La Commissione autorizzerà un aumento temporaneo degli aiuti di Stato volto a permettere agli Stati membri di concedre a ciascun imprenditore agricolo fino a un massimo di 15.000 euro all’anno, senza applicare alcun tetto massimo nazionale. Tale misura, contrariamente all’aumento del massimale “de minimis” nazionale, può essere erogata immediatamente e con maggiore celerità.

 

Raddoppio del massimale d’intervento per il latte scremato in polvere ed il burro

La Commissione aumenterà i limiti quantitativi di latte scremato in polvere e di burro sottoposti a prezzi d’intervento rispettivamente da 109.000 a 218.000 tonnellate e da 60.000 a 100.000 tonnellate. In questo modo, la Commissione si impegna apertamente a sostenere il prezzo d’intervento stabilito.

 

Rafforzamento del produttore all’interno della catena di approvvigionamento

Il ruolo e la posizione dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare continuano ad essere un argomento cruciale per la Commissione. Il Gruppo di Lavoro dei Mercati Agricoli, costituito nel settembre del 2015 nell’ambito degli aiuti di 500 milioni di euro, presenterà in autunno le proprie osservazioni e raccomandazioni di carattere legislativo al fine di pervenire ad un miglior equilibro nella catena di approvvigionamento. Inoltre, è stato deciso che i rappresentati nazionali di alto livello si riuniranno con il Gruppo Mercati Agricoli per esaminare attentamente la situazione del settore lattiero caseario.

 

Sostegno al settore della carne suina

In risposta alle proposte per un nuovo regime di aiuti riguardante lo stoccaggio privato di carne suina, il Commissario Hogan ha comunicato che prenderà in considerazione l’instaurazione di un nuovo regime. Le modalità di tale regime, compresa la data d’introduzione delle misure, devono però ancora essere confermate.

 

Istituzione di un Osservatorio per il mercato della carne

Gli Stati membri hanno riconosciuto ed accolto il lavoro della Commissione nel controllo e scambio di informazioni di mercato. A seguito dell’esperienza maturata con l’Osservatorio del mercato del latte creato nel 2014, la Commissione ha deciso di istituire anche un Osservatorio per il mercato della carne volto a monitorare la carne bovina e quella suina.

 

Commercio internazionale

In relazione ai negoziati sugli accordi TTIP e Mercosur, la Commissione è al corrente della sensibilità del settore agricolo. Il Commisario Hogan, insieme al collegio dei Commissari, è determinato a promuovere gli interessi dell’UE e ad aprire nuovi mercati per i prodotti dell’UE negoziando, allo stesso tempo, un trattamento differenziato per i prodotti sensibili. I nuovi mercati sono di certo cruciali per l’agricoltura europea, ma altrettanto cruciale è un trattamento differenziato dei prodotti sensibili.

 

Promozione

Le campagne promozionali sono uno strumento chiave per trovare nuovi mercati, a tal fine sono disponibili oltre 100 milioni di euro per il 2016 solo per supportare la promozione di prodotti agricoli all’interno dell’UE e in paesi terzi. Grazie ad un impegno preso lo scorso settembre, oltre 30 milioni di euro sono stati specificamente destinati ai settori della carne suina e lattiero caseari ai quali oggi si aggiungono ulteriori risorse per far fronte alle turbative di mercato presenti in tali settori.

 

Divieti sanitari e fito-sanitari russi

L’intera Commissione sta continuando ad adoperarsi senza sosta al fine di revocare il divieto fitosanitario russo. Nonostante gli sforzi della Commissione per cercare di assicurare una rapida ripresa del commercio tra UE e Russia, fino ad ora ci sono stati pochi cambiamenti. Tuttavia sono stati fatti importanti progressi nell’eliminare i divieti fitosanitari ingiustificati o sproporzionati attuati da paesi terzi, compresi gli Stati Uniti, il Giappone, il Brasile e l’Ucraina. Ciò contribuirà a far aumentare sostanzialmente i flussi commerciali.

 

Strumenti finanziari/Banca europea per gli investimenti/Fondo europeo per gli investimenti strategici

La Commissione renderà prioritario il suo coinvolgimento con la Banca europea per gli investimenti (BEI), al fine di sviluppare degli strumenti finanziari adeguati per assistere gli agricoltori e gli operatori coinvolti nella trasformazione delle materie prime che vogliono investire nelle loro imprese per migliorarne la competitività o fare i necessari aggiustamenti strutturali. Gli Stati membri sono anche incoraggiati a sfruttare a pieno le opportunità offerte dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) per investimenti nel settore agricolo e ad esaminare la possibilità di creare delle piattaforme dedicate per i finanziamenti FEIS.

 

Credito all’esportazione

La Commissione sta esaminando la fattibilità di uno schema per il credito all’esportazione che potrebbe integrare gli schemi che gli Stati membri già operano a livello nazionale. A tal riguardo, la Direzione generale per l’agricoltura sta intensificando i suoi contatti con la BEI e le agenzie competenti negli Stati membri.

 

Settore ortofrutticolo

La Commissione sta esaminando un prolungamento delle misure eccezionali previste per il settore ortofrutticolo conseguenti al divieto russo che scadrà il 30 giugno 2016.

 

Sviluppo rurale

La Commissione lavorerà insieme agli Stati membri per capire dove e come i programmi di sviluppo rurale possano essere adeguati per renderli più sensibili alla crisi attuale.

 

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© 2016 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Piano di investimenti per l’Europa: 1 miliardo di finanziamenti per le PMI italiane nell’ambito del programma COSME

Le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana. Per questo motivo l’Italia ha concluso un nuovo accordo che consentirà a 20.000 PMI italiane di accedere a 1 miliardo di euro in finanziamenti nei prossimi 12 mesi.

L’accordo consiste in un contratto di controgaranzia concluso tra il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), e il Fondo di Garanzia per le PMI che, tramite i confidi (società di mutua garanzia che forniscono garanzie alle PMI in Italia), faciliterà l’accesso ai finanziamenti necessari alle PMI italiane per portare avanti i loro progetti. Il contratto di controgaranzia firmato nell’ambito di COSME, il programma europeo per la competitività delle imprese e delle piccole e medie imprese nel periodo 2014–2020, gode del sostegno finanziario della Commissione europea tramite il Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS).

Il FEI, che fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti (BEI), persegue l’obiettivo di sostenere le microimprese e le piccole e medie imprese europee facilitandone l’accesso ai finanziamenti. Il FEI promuove gli obiettivi dell’UE nei settori dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo, dell’imprenditorialità, della crescita e dell’occupazione sia tramite impegni in fondi di equity che tramite la prestazione di garanzie.

Il Fondo di Garanzia per le PMI è un fondo nazionale il cui scopo è garantire attraverso garanzie pubbliche con coefficiente di rischio zero qualsiasi tipologia di operazione finanziaria finalizzata all’attività di impresa, di qualsiasi durata e in qualsiasi settore. La garanzia è concessa a banche, società di mutua garanzia e ad altri fondi di garanzia tramite una garanzia di pagamento a prima richiesta.

Il piano di investimenti per l’Europa, proposto dalla Commissione nel novembre 2014, mira a mobilitare almeno 315 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati in tre anni al fine di incentivare gli investimenti, aumentare la competitività e sostenere la crescita economica a lungo termine nell’UE. Il FEIS, che è uno dei pilastri del piano di investimenti per l’Europa, utilizza fondi pubblici per mobilitare ulteriori investimenti privati e fornisce la protezione del credito ai finanziamenti concessi dalla BEI e dal FEI.

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L’UE stanzia 20 milioni di euro a favore dei programmi europei scolastici sul latte e sui prodotti ortofrutticoli

Al fine di rimediare alla progressiva diminuzione del consumo di latte, frutta e verdura, e di attuare nuove misure educative, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione legislativa che approva uno stanziamento di 20 milioni di euro a favore del programma per il latte, istituito nel 1977, e il programma per la frutta e verdura, introdotto nel 2009. A seguito di tale ulteriore stanziamento, la dotazione finanziaria annuale di tali programmi passa rispettivamente a 100 e 150 milioni di euro.

Conformemente alla risoluzione, i fondi comunitari saranno distribuiti sulla base del numero di bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni nello Stato interessato, e il grado di sviluppo delle regioni all’interno di uno Stato membro, favorendo le regioni meno sviluppate. La priorità verrà data ai prodotti freschi e locali a scapito di quelli trasformati, ed è prevista l’esclusione dai finanziamenti di tutti i prodotti contenenti zuccheri e dolcificanti aggiunti.

Gli Stati membri che partecipano volontariamene ai programmi appena descritti dovranno altresì impegnarsi a promuovere abitudini alimentari sane, l’agricoltura biologica, le filiere alimentari locali e la lotta contro gli sprechi alimentari. Inoltre, saranno previste misure educative di accompagnamento per riavvicinare i bambini all’agricoltura.

La normativa così concordata dal Parlamento dovrà essere approvata formalmente dal Consiglio. Le nuove regole entreranno in vigore dal 1° agosto 2017.

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