Nuove regole sull’agricoltura biologica nell’UE

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In data 28 giugno 2017, la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo preliminare sulla revisione delle norme comunitarie vigenti in materia di produzione biologica ed etichettatura dei prodotti biologici. L’accordo prevede regole moderne e più uniformi in tutta l’Unione europea, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile della produzione biologica nell’UE.

Le nuove norme mirano anche a garantire una concorrenza leale per agricoltori e operatori, prevenire le frodi e le pratiche sleali e migliorare la fiducia dei consumatori nei prodotti biologici.

L’europarlamentare, relatore e capo negoziatore dell’accordo, Martin Häusling, ha affermato: “Dopo 20 mesi di trattative siamo riusciti a raggiungere un accordo, che contribuirà alla crescita del settore biologico e aumenterà la fiducia dei consumatori nei prodotti alimentari bio. E’ stato un lavoro faticoso, ma credo che le nuove norme porteranno vantaggi per i consumatori dell’UE e gli agricoltori biologici”.

In particolare le nuove regole prevederanno, tra l’altro:

  • un rafforzamento del sistema di controllo, per aumentare la fiducia dei consumatori;
  • un’ulteriore armonizzazione e semplificazione delle regole di produzione, per rendere la vita degli agricoltori biologici più facile, migliorando la chiarezza giuridica;
  • lo sviluppo di nuovi accordi commerciali con i paesi terzi; e
  • un ampliamento del campo di applicazione delle norme sugli alimenti biologici per coprire una lista più ampia di prodotti che potranno ottenere la certificazione bio (sale, sughero, cera d’api).

L’accordo deve ancora essere approvato dal Comitato speciale Agricoltura (CSA). Dopo l’approvazione formale da parte del Consiglio, la nuova regolamentazione sarà presentata al Parlamento europeo per la votazione e al Consiglio per l’adozione definitiva. L’applicazione del nuovo regolamento è fissata a decorrere dal 1° luglio 2020.

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Nuove norme in materia di misure ambientali per gli agricoltori

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In data 3 luglio 2017 sono entrate in vigore norme più semplici e più efficaci in materia di misure ambientali per gli agricoltori. Tali regole sono il risultato di una revisione degli obblighi di inverdimento effettuata nel 2016. Esse sono volte a semplificare il rispetto degli obblighi da parte degli agricoltori, in particolare per quanto riguarda le “aree di interesse ecologico” (AIE) e a rafforzare la protezione ambientale e la biodiversità.

Nell’ambito dell’impegno all’inverdimento (“greening”) le norme obbligano gli agricoltori a coltivare in conformità a pratiche vantaggiose per l’ambiente, come il mantenimento di pascoli permanenti, la diversificazione delle colture e la destinazione di almeno il 5% dei terreni coltivabili ad “aree di interesse ecologico”. Le caratteristiche delle AIE variano a seconda delle priorità nazionali e delle scelte agricole dei vari Stati membri e possono includere terreni pianeggianti, margini di campo, siepi e alberi, fasce tampone, o aree coltivate con determinati tipi di colture.

Alcune delle modifiche introdotte dalle nuove regole riguardano:

  • la definizione di area di interesse ecologico e delle condizioni che devono essere soddisfatte per designarla come tale;
  • le caratteristiche paesaggistiche delle AIE;
  • il periodo consentito per la diversificazione delle colture;
  • l’uso di pesticidi nelle AIE.

Le nuove regole devono essere applicate a livello nazionale a partire dal 2018, ma gli Stati membri restano liberi di iniziare ad attuarle da subito.

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Giovanna Bagnardi e Davide Scavuzzo

Xylella fastidiosa: Conferenza di esperti in Spagna

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha annunciato che nel mese di novembre 2017, in Spagna, si terrà una conferenza alla quale parteciperanno diversi esperti mondiali, con l’obiettivo di fare il punto sulla lotta al batterio Xylella fastidiosa, che è causa di gravi malattie in piante di interesse agricolo e ortofrutticolo come agrumi, pero, melo e olivo, ma anche in essenze arboreo-arbustive di interesse forestale e in piante ornamentali. La Xylella fastidiosa rappresenta una grave minaccia per l’agricoltura e l’ambiente in Europa, in particolare per l’area mediterranea; tuttavia, al momento, non è ancora stato trovato alcun rimedio.

I paesi in cui è stata segnalata la presenza del batterio vanno dalle Americhe all’Asia passando per l’Europa; per questo motivo si terrà a Palma di Maiorca una grande conferenza europea sul batterio Xylella fastidiosa.

Il convegno scientifico è organizzato dall’EFSA in collaborazione con l’Università delle Isole Baleari e la rete Euphresco per il coordinamento e finanziamento della ricerca fitosanitaria a livello europeo e dai progetti POnTE e XF-ACTORS sviluppati nell’ambito di Horizon 2020.

L’evento servirà a sviluppare una discussione approfondita sui risultati della ricerca sul batterio e sui suoi vettori a sostegno degli sforzi in corso per controllare i focolai esplosi in Europa. Oltre a relatori europei, la conferenza vedrà la partecipazione di esperti provenienti dagli Stati Uniti d’America e dal Brasile, poiché in questi Paesi la Xylella fastidiosa è presente già da molti anni.

I principali temi saranno la biologia, la genetica e la tassonomia del batterio, i suoi vettori principali, l’epidemiologia e le strategie di controllo, la gestione della malattia e le misure di mitigazione, con riferimento alla situazione in Europa.

 

Giovanna Bagnardi

La Commissione europea promuove norme più semplici e maggiore sostegno per i produttori ortofrutticoli

All’esito della revisione condotta nell’ambito del programma “legiferare meglio”, il 13 marzo 2017 la Commissione europea ha adottato un regolamento delegato relativo al settore ortofrutticolo che aggiorna e semplifica le norme relative a tale settore, potenziando il ruolo delle organizzazioni di produttori e migliorando l’attuale regime di gestione del mercato.

La nuova regolamentazione prevede, in particolare:

  • un incremento del sostegno al settore ortofrutticolo per i ritiri dal mercato, quando i prodotti devono essere rimossi dal mercato a causa di imprevisti sviluppi del mercato. I prezzi di ritiro aumenteranno dal 30% al 40% del prezzo medio di mercato dell’UE negli ultimi cinque anni per la distribuzione gratuita (charity withdrawals) e dal 20% al 30% per i prelievi destinati ad altri scopi;
  • una maggiore attrattività delle organizzazioni di produttori verso produttori che non sono attualmente membri, fornendo maggiore chiarezza su quali azioni delle organizzazioni di produttori sono ammissibili al sostegno finanziario dell’Unione europea;
  • una semplificazione normativa per quanto riguarda le organizzazioni di produttori transnazionali e le loro associazioni.

Le nuove regole si affiancheranno agli aiuti che l’Unione europea già concede al settore ortofrutticolo, un settore nel quale 3,4 milioni di imprese producono ortofrutticoli per un valore di circa 47 miliardi di euro, come gli aiuti diretti e il cofinanziamento di progetti di sviluppo rurale. L’UE ha anche finanziato misure per un totale di 430 milioni di euro per far fronte all’embargo sulle esportazioni agroalimentari dell’UE imposto dalla Russia e 700 milioni di euro annuali di finanziamenti supplementari per le organizzazioni di produttori.

Il Commissario Europeo all’agricoltura, Phil Hogan, ha affermato:

“Il settore europeo agroalimentare è di vitale importanza. L’UE l’ha supportato e continuerà a supportarlo, è altrettanto importante che milioni di agricoltori producano prodotti qualitativamente elevati e siano adeguatamente ricompensati per i loro sforzi e che i consumatori abbiano continuo accesso a questo genere di prodotti”.

Il Consiglio e il Parlamento Europeo disporranno ora di due mesi di tempo per votare il regolamento delegato, che poi entrerà in vigore.

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Giovanna Bagnardi

Glifosato: la Commissione europea propone la strada da seguire

A seguito delle richieste da parte del Parlamento europeo e di vari governi nazionali circa i rischi alla salute provocati dall’uso del glifosato in agricoltura, che domandavano alla Commissione di procedere al rinnovo dell’autorizzazione sul mercato del glifosato per un periodo di 7 anni (invece dei 15 originariamente previsti), in data 1° giugno 2016 il Commissario per la Sanità e la Sicurezza Alimentare Vytenis Andriukaitis ha annunciato che, nonostante la maggioranza degli Stati membri sia in favore del rinnovo, non è stata ancora raggiunta la maggioranza qualificata.

Le decisioni in merito al glifosato sono basate su una valutazione svolta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e, prima di questa, dall’Istituto federale tedesco di valutazione dei rischi (Bundesinstitut für Risikobewertung). Entrambe hanno concluso che è improbabile che il glifosato sia cancerogeno.

È stato sottolineato dal Commissario Andriukaitis che l’approvazione europea per l’uso di una sostanza attiva implica solo che gli Stati membri hanno la facoltà, e non l’obbligo, di autorizzare l’utilizzo di prodotti fitosanitari sul proprio territorio. Gli Stati membri che non vogliono usare prodotti in cui è contenuto il glifosato hanno pertanto la possibilità di limitarne l’utilizzo.
Tuttavia, in mancanza di un’approvazione a livello europeo, gli Stati membri non hanno più tale scelta: con la scadenza dell’autorizzazione in data 1° luglio 2016, essi saranno obbligati a ritirare le autorizzazioni di prodotti fitosanitari contenenti glifosato dal proprio mercato.

In attesa di una valutazione scientifica dell’ECHA (Agenzia dell’Unione europea per i prodotti chimici) sulla cancerogenicità del glifosato che dovrà dissipare i restanti dubbi, è stato chiesto alla Commissione di esperti di votare per una limitata estensione dell’attuale autorizzazione di tale sostanza.
Al di là di queste misure immediate, la Commissione sta inoltre preparando una seconda decisione, volta a rivedere le condizioni d’uso del glifosato. Questa decisione include tre specifiche raccomandazioni agli Stati membri: (i) bandire un co-formulante chiamato POE–tallowamine dai prodotti contenenti glifosato; (ii) ridurne al minimo l’uso nei parchi pubblici, campi da gioco e giardini pubblici; (iii) ridurne al minimo l’uso pre-raccolta.

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Giovanna Bagnardi

© 2016 Studio Legale De Berti Jacchia Franchini Forlani

Accordo di libero scambio UE–Giappone: il commissario Hogan auspica la conclusione delle trattative entro il 2016

Il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, a seguito della visita ufficiale in Giappone avvenuta tra il 20 e il 22 aprile a Tokyo e conclusasi con il G7 dell’Agricoltura di Niigata, ha auspicato che il negoziato relativo all’Accordo di libero scambio tra Unione Europea (“UE”) e Giappone possa concludersi entro il 2016.

Egli ha infatti dichiarato che, “se da parte del Giappone c’è la volontà politica di affrontare i temi rimasti aperti,  dovrebbe essere possibile trovare un accordo già quest’anno”.

Le trattative per l’Accordo di libero scambio tra UE e Giappone – iniziate nel 2013 con la prospettiva di concludersi nel 2015 – sono state rallentate da una serie di pretese reciproche avanzate dalle due parti. Infatti, da un lato, il Giappone chiede l’eliminazione delle tariffe doganali imposte dall’UE sulle automobili e sui prodotti elettronici giapponesi. Dall’altro l’UE vuole una maggiore apertura del mercato giapponese sul versante dei dazi su alimenti e bevande, in particolare carne di suino, pasta e vino, e una maggiore trasparenza e apertura in materia di appalti pubblici.

Bruxelles è disponibile a “considerare alcune limitate sensibilità giapponesi, a condizione che sia garantito l’accesso al mercato”. Inoltre, come ha sottolineato il Commissario Hogan, data la crescente popolarità della cucina giapponese in Europa, la conclusione dell’Accordo di libero scambio consisterebbe in un’ottima opportunità per i produttori agricoli giapponesi di avere accesso al mercato europeo, che conta 500 milioni di consumatori.

Nel 2015 il Giappone è stato il quinto più grande importatore di prodotti agricoli e prodotti agricoli processati provenienti dall’UE, ricevendo il 4,1% del totale delle esportazioni agricole dell’UE.

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Il Parlamento europeo chiede una limitazione all’uso del glifosato in agricoltura

Con 374 voti in favore, 225 voti contrari e 102 astensioni, il Parlamento europeo (“PE”) ha approvato una risoluzione non vincolante con la quale si chiede alla Commissione europea di procedere al rinnovo dell’autorizzazione sul mercato del glifosato solo per altri 7 anni, invece dei 15 originariamente previsti. Inoltre, la Commissione non dovrebbe approvare nessun uso del glifosato se non quello professionale.

Il glifosato è una sostanza attiva ampiamente utilizzata tra i diserbanti. Brevettata nei primi anni ’70, è stata introdotta sul mercato nel 1974 come un erbicida ad ampio spettro ed è presto diventato una delle sostanze più vendute. Allo scadere del brevetto, nel 2000, il glifosato è stato commercializzato da molteplici aziende e diverse centinaia di prodotti fitosanitari contenenti glifosato sono attualmente registrati in Europa per l’utilizzo nel settore agricolo.

La risoluzione definisce come “inaccettabile” l’uso di glifosato in una pratica agricola conosciuta come “disseccamento” (green burndown), ossia l’uccisione della coltura stessa prima del raccolto, in modo da accelerarne la maturazione e facilitarne la raccolta. Detta pratica comporta, tra l’altro, una maggiore esposizione alimentare umana.

Gli europarlamentari invitano inoltre la Commissione a presentare un nuovo progetto di decisione che tenga maggiormente conto dell’utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e a lanciare una revisione indipendente della tossicità e della classificazione del glifosato, sulla base non solo dei dati relativi alla sua cancerogenicità, ma anche sulle possibili proprietà di interferenza endocrina.

Spetterà agli esperti nazionali del Comitato permanente per le piante, gli animali e i mangimi (sezione fitosanitari) (PAFF) votare per approvare o respingere la proposta della Commissione a maggioranza qualificata. Se tale maggioranza non sarà raggiunta, il compito di decidere spetterà alla Commissione europea.

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Al via il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” nel settore agricolo

Al via il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” nel settore agricolo

La Confederazione italiana agricoltori (CIA), insieme ad altri dieci enti, si è aggiudicata il bando per il programma di mobilità europeo “Erasmus per giovani imprenditori” (EYE), che estende al settore dell’agricoltura un’opportunità generalmente prevista per le PMI.

La CIA, in quanto organizzazione intermedia accreditata, dispone di 12 borse, finanziate dalla Commissione europea, destinate a giovani o a nuovi potenziali agricoltori  (i.e. chi ha avviato la sua attività da meno di 3 anni o chi intende avviarne una) che potranno vivere un’esperienza della durata minima di un mese fino a una durata massima di 6 mesi presso un imprenditore europeo ospitante con il quale scopriranno quale potrà essere la loro reale attività futura o con il quale potranno approfondire diversi aspetti del piano d’impresa. La CIA dispone altresì di 9 borse destinate al sostegno di imprenditori italiani ospitanti disposti ad accogliere nelle loro aziende giovani partecipanti al programma EYE provenienti da altri paesi europei.

Il programma EYE si è dimostrato un’iniziativa di grande successo, coinvolgendo 7.400 imprenditori in 3.700 scambi nel corso degli ultimi anni.

Per maggiori informazioni sul programma EYE si veda il seguente LINK.

Per maggiori informazioni sul bando EYE dedicato ai giovani imprenditori agricoli si veda il seguente LINK.

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Settore lattiero caseario: approvata una moratoria di 30 mesi dei mutui degli allevatori

Settore lattiero caseario: approvata una moratoria di 30 mesi dei mutui degli allevatori

Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per il rilancio del settore lattiero caseario che prevede una moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani, grazie ad un meccanismo che dispone la sospensione dei pagamenti dei mutui sottoscritti dalle imprese allevatoriali, attraverso le misure del Fondo Latte per la ristrutturazione dei debiti degli allevatori e l’Accordo per il Credito 2015.

Il Fondo Latte, approvato a novembre 2015, prevede interventi per la ristrutturazione del debito, come l’abbattimento dei costi di garanzia e interessi nel limite del regolamento de minimis, e per favorire gli investimenti attraverso la possibilità di accedere al Fondo credito Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare).

Anche le imprese che non accedono ai benefici del Fondo Latte, o che appartengono ad altri comparti del settore agroalimentare, possono comunque ottenere la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, secondo quanto previsto dall’Accordo per il Credito 2015 o alle migliori condizioni che sono in via di definizione da parte del Ministero con le singole banche.

Il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: “… lavoriamo da mesi al sostegno dei nostri allevatori e l’accordo […] per la moratoria dei mutui per due anni e mezzo è un passo concreto in avanti. Un’azione che rafforza l’operatività del nostro Fondo latte da 50 milioni di euro e va a incidere su uno dei fronti più delicati, come quello del credito, provando ad aiutare le imprese lattiere in questa fase …”.

 

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UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

UE: nuove misure eccezionali a sostegno degli agricoltori in crisi

La Commissione europea ha annunciato un pacchetto di misure eccezionali a supporto degli agricoltori europei e a salvaguardia del mercato interno UE. Nonostante le numerose crisi e le ristrettezze di budget, l’Unione europea (UE) ha mobilitato più di 1 miliardo di euro negli ultimi due anni a supporto del settore agricolo, compreso il pacchetto di supporto da 500 milioni di euro approvato a settembre 2015.

Il Commissario all’agricoltura e allo sviluppo rurale Phil Hogan ha dichiarato che “… la risposta odierna è una risposta completa che tiene conto del maggior numero possibile di proposte tenendo conto dei limiti legali e di budget presenti…”.

Le misure introdotte con questo ulteriore pacchetto si caratterizzano per la loro flessibilità che consentirà agli Stati membri di modificarle per adattarle il più possibile alle diverse esigenze nazionali, e sono focalizzate principalmente sul settore lattiero caseario, della carne suina e ortofrutticolo.

Di seguito viene riportato l’elenco, con una breve descrizione, delle misure adottate:

 

Applicazione di misure volontarie di gestione (articolo 222)

La Commissione permetterà alle organizzazioni di produttori, alle organizzazioni interprofessionali e alle cooperative di concludere, per un breve lasso di tempo, degli accordi volontari per coordinare la produzione e l’offerta dei prodotti agricoli. Tale misura viene denominata come “articolo 222” dell’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli (CMO), ovvero una misura specifica del settore agricolo applicata in periodi di grave squilibrio del mercato. Secondo la Commissione i parametri preoccupanti del mercato odierno soddisfano i requisiti stringenti richiesti per l’adozione della misura in questione. Si tratta infatti di una misura eccezionale mai utilizzata prima ed inclusa dal legislatore nel quadro delle riforme alla PAC del 2013 al fine di proteggere il mercato interno.

 

Aumento temporaneo degli aiuti di Stato

La Commissione autorizzerà un aumento temporaneo degli aiuti di Stato volto a permettere agli Stati membri di concedre a ciascun imprenditore agricolo fino a un massimo di 15.000 euro all’anno, senza applicare alcun tetto massimo nazionale. Tale misura, contrariamente all’aumento del massimale “de minimis” nazionale, può essere erogata immediatamente e con maggiore celerità.

 

Raddoppio del massimale d’intervento per il latte scremato in polvere ed il burro

La Commissione aumenterà i limiti quantitativi di latte scremato in polvere e di burro sottoposti a prezzi d’intervento rispettivamente da 109.000 a 218.000 tonnellate e da 60.000 a 100.000 tonnellate. In questo modo, la Commissione si impegna apertamente a sostenere il prezzo d’intervento stabilito.

 

Rafforzamento del produttore all’interno della catena di approvvigionamento

Il ruolo e la posizione dei produttori nella catena di approvvigionamento alimentare continuano ad essere un argomento cruciale per la Commissione. Il Gruppo di Lavoro dei Mercati Agricoli, costituito nel settembre del 2015 nell’ambito degli aiuti di 500 milioni di euro, presenterà in autunno le proprie osservazioni e raccomandazioni di carattere legislativo al fine di pervenire ad un miglior equilibro nella catena di approvvigionamento. Inoltre, è stato deciso che i rappresentati nazionali di alto livello si riuniranno con il Gruppo Mercati Agricoli per esaminare attentamente la situazione del settore lattiero caseario.

 

Sostegno al settore della carne suina

In risposta alle proposte per un nuovo regime di aiuti riguardante lo stoccaggio privato di carne suina, il Commissario Hogan ha comunicato che prenderà in considerazione l’instaurazione di un nuovo regime. Le modalità di tale regime, compresa la data d’introduzione delle misure, devono però ancora essere confermate.

 

Istituzione di un Osservatorio per il mercato della carne

Gli Stati membri hanno riconosciuto ed accolto il lavoro della Commissione nel controllo e scambio di informazioni di mercato. A seguito dell’esperienza maturata con l’Osservatorio del mercato del latte creato nel 2014, la Commissione ha deciso di istituire anche un Osservatorio per il mercato della carne volto a monitorare la carne bovina e quella suina.

 

Commercio internazionale

In relazione ai negoziati sugli accordi TTIP e Mercosur, la Commissione è al corrente della sensibilità del settore agricolo. Il Commisario Hogan, insieme al collegio dei Commissari, è determinato a promuovere gli interessi dell’UE e ad aprire nuovi mercati per i prodotti dell’UE negoziando, allo stesso tempo, un trattamento differenziato per i prodotti sensibili. I nuovi mercati sono di certo cruciali per l’agricoltura europea, ma altrettanto cruciale è un trattamento differenziato dei prodotti sensibili.

 

Promozione

Le campagne promozionali sono uno strumento chiave per trovare nuovi mercati, a tal fine sono disponibili oltre 100 milioni di euro per il 2016 solo per supportare la promozione di prodotti agricoli all’interno dell’UE e in paesi terzi. Grazie ad un impegno preso lo scorso settembre, oltre 30 milioni di euro sono stati specificamente destinati ai settori della carne suina e lattiero caseari ai quali oggi si aggiungono ulteriori risorse per far fronte alle turbative di mercato presenti in tali settori.

 

Divieti sanitari e fito-sanitari russi

L’intera Commissione sta continuando ad adoperarsi senza sosta al fine di revocare il divieto fitosanitario russo. Nonostante gli sforzi della Commissione per cercare di assicurare una rapida ripresa del commercio tra UE e Russia, fino ad ora ci sono stati pochi cambiamenti. Tuttavia sono stati fatti importanti progressi nell’eliminare i divieti fitosanitari ingiustificati o sproporzionati attuati da paesi terzi, compresi gli Stati Uniti, il Giappone, il Brasile e l’Ucraina. Ciò contribuirà a far aumentare sostanzialmente i flussi commerciali.

 

Strumenti finanziari/Banca europea per gli investimenti/Fondo europeo per gli investimenti strategici

La Commissione renderà prioritario il suo coinvolgimento con la Banca europea per gli investimenti (BEI), al fine di sviluppare degli strumenti finanziari adeguati per assistere gli agricoltori e gli operatori coinvolti nella trasformazione delle materie prime che vogliono investire nelle loro imprese per migliorarne la competitività o fare i necessari aggiustamenti strutturali. Gli Stati membri sono anche incoraggiati a sfruttare a pieno le opportunità offerte dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) per investimenti nel settore agricolo e ad esaminare la possibilità di creare delle piattaforme dedicate per i finanziamenti FEIS.

 

Credito all’esportazione

La Commissione sta esaminando la fattibilità di uno schema per il credito all’esportazione che potrebbe integrare gli schemi che gli Stati membri già operano a livello nazionale. A tal riguardo, la Direzione generale per l’agricoltura sta intensificando i suoi contatti con la BEI e le agenzie competenti negli Stati membri.

 

Settore ortofrutticolo

La Commissione sta esaminando un prolungamento delle misure eccezionali previste per il settore ortofrutticolo conseguenti al divieto russo che scadrà il 30 giugno 2016.

 

Sviluppo rurale

La Commissione lavorerà insieme agli Stati membri per capire dove e come i programmi di sviluppo rurale possano essere adeguati per renderli più sensibili alla crisi attuale.

 

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